Coronavirus, sulla Pianura Padana persistono le polveri sottili
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Sono tantissime le immagini che arrivano dallo Spazio, dal nostro satellite Copernicus Sentinel 5-P, sul calo dell'inquinamento di tutta la Penisola e in tutto il mondo, in seguito alla sospensione di molte attività industriali e alla sospensione della circolazione dei veicoli che ha fatto ridurre drasticamente le emissioni di NO2, Biossido di Azoto.
Purtroppo però questo rallentamento non ha avuto grandissimi effetti sulla Lombardia e il Lazio, precisamente nella Capitale.
Si è osservata una strana variabilità delle polveri PM10 e PM25. Particelle prodotte dagli autoveicoli e dai sistemi di combustione che utilizzano combustibili fossili che restano nell'atmosfera più a lungo del Biossido d'Azoto.Per spiegare la situazione l'Arpae Emilia-Romagna sostiene che le cause del fenomeno vanno ricercate al di là dei confini italiani. Secondo l'Ente, infatti, "la spiegazione è da individuare nel trasporto di masse d'aria a grande scala provenienti da est, in particolar modo dall'area del mar Caspio, che hanno investito l'Europa centrale trasportando elevate concentrazioni di polveri. Parte di questa corrente ha investito anche il nord d'Italia e, poiché proveniva da est, si è infilata nel bacino padano rimanendo intrappolata dall'arco alpino e appenninico".
In seguito è stato osservato che le particelle di polvere provengono dal Mar Caspio, attraversando il Mar Nero, fino ad arrivare sulle nostre regioni settentrionali e centrali.
Giuliano Merlo
Da Palermo, Italia. Seguimi su Instagram, Facebook e Twitter