In mare i fulmini sono due volte più potenti, lo dice la scienza
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Sul nostro pianeta in ogni istante si formano dalle 3mila alle 5mila celle temporalesche, che producono dai 5 ai 6 milioni di fulmini. Ogni singolo fulmine pensate che potrebbe uccidere o ferire gravemente chiunque si trovi in un raggio di 30 metri dal punto d’impatto, ma questo evento non si verifica mai o quasi.
Infatti, oltre il 90% dei fulmini sono di tipo nube-nube e non nube-suolo, ma anche perché tra questi ultimi molti cadono in mare, dove, affermano i testimoni, si scatenano con un’intensità maggiore che non ha proprio paragoni con quelli che impattano sulla terraferma.
Sulla potenza dei fulmini che cadono in mare è stata fatta, per la prima volta, una ricerca scientifica, condotta da Amitabh Nag e Kenneth Cummins, ricercatori dell’Institute of Technology della Florida. I risultati, riportati su Geophysical Research Letters, confermano ciò che i testimoni raccontano.
Gli scienziati: "Potenza quasi doppia"
La maggior parte di un fulmini si sviluppa in frazioni di secondo. Generalmente inizia da una nube da dove scende verso il suolo una scarica debole e invisibile, composta da particelle cariche negativamente. Si muove verso il basso con una velocità di circa 100 chilometri al secondo e con percorsi successivi di breve lunghezza. Lungo tale percorso a zig-zag si crea un'intensa ionizzazione che dà il via alla seconda fase.
Quando la scarica pilota si avvicina al suolo, da questo parte una scarica "di ritorno" diretta verso l'alto, generalmente composta da un flusso di cariche positive presenti sulla superficie. Quando le due scariche si incontrano, parte verso la nube una fortissima corrente elettrica, a una velocità stimata in circa un terzo di quella della luce.
I fulmini nube-suolo in totale sono il 10%, mentre tutti gli altri sono fulmini nube-nube.
La scarica di ritorno può durare tra qualche decina e qualche centinaia di microsecondi (milionesimi di secondo) e tutta l'energia trasportata da un fulmine si trasforma in luce, onde sonore, onde radio e calore: il massimo picco di temperatura può raggiungere e superare i 30.000 °C.Giuliano Merlo
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